Pronto, passo tra mezz’ora.
Pronto, poi ti squillo io.
Pronto, sto partendo adesso.
Pronto, esci: sono fuori.
Pronto, dai che faccio tardi.
Non c’è tempo: poi ti guardi.
C’era il tempo dei citofoni
Siamo sotto, dai che andiamo
C’era il tempo dei citofoni
Scendi giù che t’aspettiamo
In quel tempo dei citofoni
c’era un timido bambino
Sì: ero io, ma non soltanto
Era tutte quelle cose che potevi diventare,
che poi cosa esattamente, non ricordo, a ben pensare
Era tutte quelle cose che potevi fare ancora:
le vacanze di tre mesi,
la pipì dove si vuole,
dolci a iosa,
e poi aspettare…
Aspettare si poteva, e serviva a immaginare:
la più bella della classe,
quello che sarebbe stato,
biciclette con le casse,
la piscina in mezzo a un prato,
il tuo nome ripetuto dopo l’inno nazionale
C’era il tempo dei citofoni
Quando ci vergognavamo
C’era il tempo dei citofoni
Suona tu, che poi scappiamo
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