Mi commuovono gli inizi in fondo a un caffè,
dentro albe assolate ch’è più facile andare.
Mi commuovono i piedi dei bambini e le mani dei vecchi,
quel mare in tempesta da conquistare,
quel porto di quiete, poi, da guadagnare.
Mi commuove la polvere delle cose lasciate,
quello che forse sarebbe potuto essere
e che per ciò deve essere dimenticato.
Mi commuovono le luci di natale quando le guardo da solo,
appese come sogni fradici ad asciugare.
Mi commuove la piazza quando non c’è nessuno.
Le vite negli angoli, non ancora pensate.
Il tempo mai scritto.
Gli auguri non dati.
gennaio 2, 2019
Rispondi