Sei stata vita che a vita invita
Ora ti confondi nel volo degli angeli
Candore trai cumuli di nembi che t’abbracciarono
quando troppo leggera sfuggisti alla gravità carnale
Scia di cometa nelle notti d’inverni senza luci
Nell’eco amaro dei miei ricordi più dolci
Suono celeste del paradiso che t’accolse
quando nuova bellezza mai contemplata contemplò
Sibilo del vento fresco di mattine di brina
Proteggermi dalla tua assenza
Per sempre i rintocchi degli attimi in te vissuti indicheranno i miei passi terreni
Nell’attesa che la fine dei tempi mi riconsegnerà al tuo bacio etereo
Come sarebbe a dire non sei morta ancora?
No no, prima mueri. Ci tengo
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