C’era un uomo assai bislacco
che lontano dalla gente
si portava sempre appresso
un cappotto ed un difetto
che quel medico ostinato
volle definir balbuzie
Era un bravo ballerino
nonché abile cantante
ma in virtù del suo problema
lui poteva sol cantare
ba-ba-baciami piccina
sulla bo-bo-bocca piccolina
Un bel giorno lo incontrai
Era sotto il suo cappello
a me par di ricordare
camminando ‘sì distratto
che non lo potei fermar
Ma mentr’ei s’allontanava
come ladro di momenti
gli scattai rapida foto
Qual stupore in digitale
mi lasciò sgranati gl’occhi…
tutt’intorno a quel figuro
non v’era nulla di intero:
solo curve e linee rotte
vetri infranti e sole a spicchi
come quadri futuristi.
Forse vinta al mio tremore
mi s’avvicinò una donna
che mostrando di sapere
di quell’uomo così strano
piano fece alle mie orecchie
disvelandone l’arcano:
-Si sentiva molto solo
perché non era compreso
Non potendo sistemare
quell’ingorgo di parole
fece a pezzi il suo orizzonte
per poterlo raccontare.
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