Tipologia 6
L’ABBORDATORE A RISCHIO 0, altrimenti detto “non ci avrai mica creduto”
È il più subdolo e sottovalutato degli abbordatori: pur non riconoscendosi mai esplicitamente in un ruolo, la sua è una manovra costante ed onnicomprensiva.
Riconoscibile dal sorriso disimpegnato e dalla rassicurante camicia button down color pastello, non disdegna argomentazioni e richieste esplicite.
Nel caso di un secco rifiuto alla sue avances risponderà col classico “ma non ci avrai mica creduto”, anche nelle variabili “scherzavo, lo sai/ ma cosa… io e te?/ davvero hai pensato facessi sul serio?”.
Nel caso invece, più rado, di una risposta accondiscendente continuerà nelle celate intenzioni.
Tipologia 7
L’ABBORDATORE AMICALE
Spesso parente stretto della tipologia di cui al numero 6, ha trascorso adolescenza e gioventù senza particolari successi e, dopo aver costatato la scarsa rilevanza del suo ascendente al cospetto dell’universo femminile, ha provato, a maturità sopraggiunta, l’assalto a colei scientificamente identificata come la più brutta di ciascuna delle rispettive microrealtà sociali frequentate per ragioni di studio, lavoro, svago, depravazione.
Incassata l’ennesima pinella di picche anche dalle rappresentanti di questo nuovo target, la cui personale rivincita non poteva che avere sublimazione nel finalmente possibile rifiuto, è costretto a mutare ulteriormente le mire.
Il mostro creato da questa sfortunata quanto stereotipata successione di eventi, è l’amico di tutte: ascolta paziente di squisita ricettività, parla prodigo di consigli d’altruistica vocazione, partecipa persino alle narrazioni delle loro vicissitudini amorose, sbirciando distrattamente nelle scollature delle disperate.
Dà il meglio di sé nelle foto di gruppo, in cui azionerà gli arti tentacolari avvinghiandosi all’ignara(?). In realtà, a ben guardare, sono quasi sempre presenti e ben visibili dei rivoli di salivachescendeva e gli occhi rossi non sono mai dovuti all’aggressività del flash, ma alla volontà famelica di testare/tastare l’amica più prossima. Ma anche l’amicadell’amica, ma anche l’amicadell’amica dell’amica, e via ampliando la cerchia delle possibilità verso +∞ (vedi tipologia 1).
Tipologia 8
L’ABBORDATORE GESTUALE
L’abbordatore gestuale è un sapiente mimo. Basa la sua tattica di conquista sul linguaggio del corpo.
Sguardo con occhio a fessura, labbra artificiosamente prominenti, mani che scivolano lungo i capelli appena sopra la fronte corrugata d’intensità.
Veste casual. Si muove col silenziatore. Che in realtà è solo un modo consapevole di non spararle troppo grosse, visto che, se dietro al silenzio spesso si ipotizzano abissi di sensibilità ed inclinazione alla filantropia, la prossimità al sordomutismo nasconde più volte soltanto un cumulo di intenzioni maldestre cosparso di smorfie… cioè, insomma, anche un coglione può essere silenzioso.
E allora sappiatelo, care psicologhe occasionali, che, mentre scrutando nel suo sguardo lumacato d’ignoranza, ricambiando furtive e stringendo tra gli incisivi la prima falange dell’indice pronte a suggere l’ultima del medio, vi state chiedendo voluttuose “ma cosa starà pensando?”, la risposta è: “niente”.
Tipologia 9
IL SIMPATICONE
È un tipo brutto, che già per esigenze genetiche, quand’anche non geometriche, ha investito tutto sulla simpatia.
Maglione a rombi, come se già non avesse la faccia quale omaggio al cubismo, il simpaticone è presenza immancabile, ed immarcescibile, in tutti i posti, in tutti i luoghi, in tutti i laghi (omaggio alla canzone d’autore).
Lui ha sempre l’ultima barzelletta a portata di corde vocali. Ma anche la prima. E tutte quelle nel mezzo. Che enarrerà con dovizia, con humor svizzero e pazienza inglese, per sempre, fino allo sfinimento. E scambierà quella semiparesi che si è affacciata sul vostro viso di ascoltatrici sopraffatte, con un mezzo sorriso di partecipazione che implora di continuare. E lui lo farà, sin quando deciderete di usare l’open bar per immaginarvelo alto e prestante, sparandogli un bacio in bocca appena il livello alcolemico abbia abbassato i vostri standard d’esigenza (che non è che nemmeno chissà da dove si partisse…), al solo scopo di tappargli la bocca. Gentilezza che il simpaticone vi ricambierà, con organi ben meno nobili, tanto ormai i vostri globuli rossi sono solo residui che vagano nel martini.
Tipologia 10
L’ERUDITO
Spesso si nasconde, all’ombra della fattispecie sottotitolata, un ex bello o presunto tale (ed ora non scivoliate nel facile quanto banale -ecco, ci sta anche lui-, perché io sono ancora bello… un po’), che giocoforza vede la necessità di correggere in corsa le sue carte vincenti, usurate dalle troppe mani giocate.
Libro in mano e gazzetta dello sport ben nascosta tra prefazione e capitolo uno, frequenta tutti i circoli letterari e le biblioteche possibili con sbadataggine naif ma radar infallibile omologato dal pentagono (no, vabbé… quello qualche volta fallisce).
Si aggira circospetto tra una seduta e l’altra, levando gli occhi come dal cannocchiale panoramico di un sottomarino. Punta. E spera.
Una volta decisa senza ritrosia la regione da invadere, le si avvicina e le spara il pippone mandato a memoria inserendo l’unico latinismo conosciuto (Ubi maior…) alternato all’unico francesismo custodito nel proprio bagaglio culturale (Brigitte Bardot).
Se lei accenna a ricambiare con qualsivoglia interazione del tipo “interessante…”, o “però…”, o “m…”, o “…”, la circuisce affondando il colpo col nome dell’ultimo scrittore incrociato su google, completando poi edotte chiose sugli scritti di Rachmaninoff e la musica di Sandor Marai. Beh… che volete… ogni tanto l’abbordatore erudito tende a far confusione, ma tanto ci sono talmente tanti coglioni ambosessi che ben pochi se ne accorgeranno.
Rispondi