Non c’è abbastanza neve
ché possa essere candore prima di sciogliersi.
Luci blu e capelli d’argento
scivolano il profilo della piazza del centro.
Aneliti d’anima vestiti di fiato
si trascinano e condensano nell’aria.
Nascosti dietro ai baveri alzati
cacciatori senz’armi
di un altro regalo da non dare.
Avvolti in abitudini e shetland
passanti infeltriti,
senz’altro orizzonte del guardo
che il pavé dove scricchiolerà il prossimo passo.
Ciondolano addobbi di strani alberi genealogici:
sono padri e mariti
di speranze invecchiate alla fermata del 13
e solitudini fedeli,
sono madri e spose
di figli avuti in prestito al tavolo verde del destino
e del loro ricordo,
sono figli
di amori che lasciano incinti per sempre
di qualcosa che non nascerà.
Natale.
Suona una nenia
resa metallo dai nostri anfratti umidi.
dicembre 23, 2013
Lascia un commento