La dura vita degli scrittori normali

Orsù dimmelo, ti prego…
come hai fatto tu, Alighieri, a fare quella cosa che hai fatto…
Cioè ma… ti rendi conto di quanto è difficile scrivere cose che sembrino geniali,
o anche soltanto belle, dopo quella cosa che ti sei inventata tu?
No ma, dico, lo sai che casino hai fatto tra tutti noialtri che si scrive,
tra tutti i poeti dopo di te Poeta?
Non ti viene vertigine a star così in alto?
Non ti girava la testa a girare gironi?
Non ti prende la nausea a guardar così in basso?
E Beatrice che dice?
Hai idea che invidia le altre?
Non potevi scrivere cose così, come tutti…
Maledetto brutto nasone
Io impazzisco se so come hai messo in riga i numeri a forma di parole
Se so come hai parlato tu della morte. E tu dell’amore
Sai… io di solito scribacchio anche benino,
e invece vedi quanto faccio cagare ché ci sei te?
Per colpa tua ho scritto ‘scribacchio’,
ch’è una cosa ‘sì brutta da meritar l’inferno…
come non esiste?
Se lo hai inventato tu!
E non fare il modesto,
ché sarebbe di pessimo gusto
Se n’è andata fanculo la metrica, e la sintassi financo
È il confronto ingeneroso
che rintrona la mia penna ed ottunde la mia trama
E non penso neanche,
essendo a trentatré suonati, e non son canti,
che nei due anni che mancano al mezzo,
chissà cosa mi possa inventare…
Suvvia, non prendiamoci per culo, o Sommo
So che avresti usato terga, o Sommo
Credo che,
per contrappasso,
almen leggermi dovresti

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