Come vorrei che ci fosse un chitarrista,
seduto sul mio letto
Un piccolo chitarrista con gli occhiali grossi e le dita veloci
a infilare dentro le corde le parole che scrivo,
o anche quelle che riesco solo a pensare
Che ci sarebbe un grande concerto,
nella mia stanza,
coi libri mai letti e i cd messi stretti a sentire,
qualche amico su carta lucida, fermato prima del digitale,
qualche amico su carta lucida, fermato prima del digitale,
il loggione ricolmo di vecchi giornali,
la tv che si spegne per restare a guardare
E al sipario delle lenzuola,
anche le camicie più schive
chiederanno il bis dell’ultimo pezzo,
quello delle cose non dette
Ché le dimenticano presto le cose che ascoltano,
quelli nella mia stanza,
come tutto quello che hanno ascoltato
come tutto quello che hanno ascoltato
Le telefonate gridate, i lamenti d’amore,
le cose iniziate e il sentirmi morire.
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